Smurattiamo: Riqualificazione di Via Sparano e degli spazi pubblici del Borgo Murattiano

BANNER

1. SMURATTIAMO.

E’ questo il motto ideato da noi per il progetto di un’area fortemente “imprigionata” della città di Bari. Segno evidente in tutto il progetto è proprio la volontà di “rompere” il rigore della maglia ottocentesca attraverso degli elementi paesaggistici che rendano possibile il dialogo fra le diverse parti della città.

E’ complicato tentare una definizione, anche solo approssimativa, delle direzioni di sviluppo e di crisi di una città come Bari. Questo perché la città ha un robusto ceppo storico sui quali si innestano e variano le trasformazioni più profonde.

A Bari opera imperiosa la crisi, è una città divisa fra crisi e resistenza ad essa, fra una tradizione ora amata ora odiata, ed un presente incerto che non ha né i tratti fascinosi della novità e della sorpresa né quelli rugosi della vecchiaia.

Bari è una città che si sta pian piano degradando e distruggendo. La frantumazione della città si può notare poi non soltanto a livello urbano, ma anche a livello metropolitano.

Per quanto riguarda la città in sé, essa appare disgregata non solo fisicamente ma anche funzionalmente: il mondo antico medievale della città bizantina, araba, normanna, aragonese e rinascimentale -è nettamente separato da quello moderno ancora fortemente ottocentesco, ed è ancora più distante dalle (forse) casuali crescite centrifughe periferiche al di là della ferrovia verso Brindisi, Taranto ed i centri della cintura del Nord: Bitonto, Trani ecc.

Segno evidente di questa crisi è proprio l’eccessiva frammentazione delle diverse aree della città, netta separazione avallata proprio da elementi architettonici nati da pianificazioni oramai anacronistiche che non fanno altro se non impedire lo sviluppo delle aree in oggetto.

Oggetto del concorso è la progettazione di una parte di città che, pur non essendo molto estesa rispetto alla totalità del centro urbano che la ospita, contiene in sé evidenti tutti gli elementi di crisi che la affliggono. Nella riprogettazione di quest’area si è tenuto conto in modo imprescindibile di tutte le problematiche estese a livello urbano, in quanto il degrado di un’area è sempre dovuto a problemi che rinvengono anche da aree limitrofe.

“L’architettura è viva perché contiene l’eco di un momento di vita”. E’ così che Giuseppe Ungaretti ci fa comprendere il profondo significato dell’architettura, termine quest’ultimo che può essere utilizzato sia quando si parla di una capanna sia quando si fa riferimento ad un’intera città. Quando si parla di architettura, quindi, si intende allo stesso tempo parlare del singolo edificio e dell’intera città che lo ospita.

Il progetto parte dalla concezione organica della città in quanto la “rottura” del rigore soffocante della maglia ottocentesca deve nascere proprio dagli stessi elementi che la costituiscono.

I principali elementi di separazione evidenziati sono:

1. La ferrovia (separazione con i restanti quartieri della città)

2. Corso Vittorio Emanuele (separazione dalla città vecchia e dal mare)

3. Automobili parcheggiate senza regole (separazione visiva degli isolati)

4. Interruzione di Via Sparano ad ogni isolato (separazione fisica di ogni isolato)

5. Sezione stradale di Via Sparano troppo stretta

Il Borgo Murattiano oggi soffre perché insiste su un’area il cui tessuto è diventato con gli anni troppo congestionato, troppo denso.

La trasformazione tipologica dell’edificato, unita alla circolazione intensa delle automobili ed alla loro sosta selvaggia lungo le vie, rende di fatto impossibile a chi passeggia la percezione di Via Sparano come di una unità e del Borgo Murattiano stesso come di un quartiere dotato di un carattere organico.

Ciò che si prova percorrendo queste vie è un totale senso di frammentazione e disordine che partendo dalla scala architettonica (edifici che sembrano nati da leggi compositive estranee fra loro) giunge a quella del paesaggio (totale assenza di regole nella composizione architettonica di elementi di arredo urbano e paesaggistici quali alberi, panchine, fioriere, pavimentazione, scivoli per disabili, griglie di aereazione degli interrati).

Ed è proprio questa frammentarietà che nel progetto diventa elemento principale in quanto si propone di “rompere”il rigore con dei segni che, morbidi, si insinuano nel tessuto smussandone gli spigoli.

SMURATTIAMO non è un piano omogeneo, ma un tessuto in movimento in cui il caos si unisce al rigore dell’impianto esistente attraverso semplici regole.

Tutto il progetto è nato dalla volontà di ricomporre l’unità morfologico-spaziale da troppo tempo andata perduta. La soluzione proposta consente il raggiungimento dell’obiettivo fondamentale per la qualificazione del “Centro di Bari”, quale la creazione di un “unicum” pedonale tra le vie caratterizzanti il fulcro commerciale (Via Sparano, Via Argiro, Via Melo) nonché Corso Vittorio Emanuele, Corso Cavour e quindi Bari Vecchia con il circostante lungomare. Ciò viene raggiunto attraverso la chiusura al traffico delle citate strade oltre che attraverso l’interramento dei due tratti in testata con Corso Vittorio Emanuele e la realizzazione di tre nuovi parcheggi (piazza Moro, piazza Prefettura e piazza Risorgimento) che mettono a disposizione dell’utenza oltre 2000 posti. Questi ultimi, uniti agli edificandi settecento del parcheggio di piazza Cesare Battisti ed ai circa mille già previsti al di sotto di Corso Cavour, portano ad un sistema integrato di sosta capace di oltre quattromila posti auto. Va evidenziato inoltre che l’accesso al parcheggio di Piazza Moro può avvenire anche direttamente dall’extramurale Capruzzi mediante un sottopassaggio carrabile. La realizzazione di questi interventi sarà possibile ricorrendo a finanziamenti ottenuti da partnership pubblico-privati come è già avvenuto nei due parcheggi in fase di realizzazione.

Con la creazione dei quattromila posti auto viene a ridursi notevolmente il numero di auto in circolazione alla ricerca di un posto per la sosta (oltre il 60% del traffico attuale), con notevoli benefici per l’inquinamento e quindi per la qualità ambientale.

Così l’utente pedonale si riappropria di spazi che coincidono con la parte più qualificante della città (Città Vecchia e Centro del Commercio), libero dalla morsa delle auto. Il camminare diventa più fluido e la socializzazione sicuramente trae vantaggi attraverso la fruizione di spazi senza soluzione di continuità che coinvolgono e rivitalizzano anche l’intera Bari Vecchia, con il circostante lungomare, e non soltanto frange di essa come è attualmente.

Circa poi il traffico, liberato dalla quota di auto in circolazione alla ricerca di una sosta grazie anche all’incremento di mezzi di circolazione alternativi (bus navetta), diventerà accettabile anche nelle altre strade del Murattiano essendo lo stesso costituito solo da mezzi in “uscita” o in “entrata”. La chiusura di Via Argiro e di Via Melo, nonché dei tratti trasversali compresi fra questi due isolati, consente anche un “raddoppio ideale” della sezione stradale di Via Sparano, in quanto il suo innesto su Corso Vittorio Emanuele diventerebbe pari alla larghezza di tre isolati. L’interramento di un piccolo tratto di Corso Vittorio Emanuele consente poi di far proseguire la pavimentazione fino Piazza Chiurlia in modo da creare un legame con la Citta Vecchia dilatando lo spazio e così anche la percezione di esso da parte di chi lo percorre.

Nel momento in cui si progetta qualcosa è molto importante affrontare delle scelte con una certa sensibilità e ciò si realizza quando si cerca una forma con amore, cercando di creare un oggetto che, per dirla con le parole di Paul Valery nel suo “Eupalino”: “ricrei lo sguardo, conversi con lo spirito e s’accordi con la ragione”.

E’ con questo scopo che è stato disegnato l’ideogramma programmatico dell’intero progetto, un’onda morbida che permea tutta la pavimentazione delle strade rese pedonali e che perde la sua “irriverenza”nei confronti dell’impianto geometrico proprio di Via Sparano, dove è “controllato” e “misurato” da una griglia regolare invisibile.

Oltre alla descrizione fisica dei luoghi di progetto è poi fondamentale descrivere la natura che assumeranno questi spazi, in quanto uno spazio pedonale pubblico racchiude in sé una serie di eventi di diversa natura ed importanza.

I percorsi pedonali saranno coreografati da tanti eventi, ognuno diverso dall’altro, e ognuno a non più di tre minuti a piedi dal successivo. In questo modo, il percorso diventa un serie di esperienze, un continuo gioco dei sensi per i pedoni. Solo in questo modo il cittadino sarà spinto a scoprire che cosa lo aspetta dietro l’angolo successivo.

Questi eventi saranno poi caratterizzati da una duplice valenza: permanente + temporaneo/stagionali, privati + pubblici, rumorosi + introspettive, sequenziali + frammentato, cinetico + fermo, gratuito + a pagamento. Esempi di questo possono essere: • mostre: di quadri e sculture, presentazione di nuovi modelli di automobili, ecc..

• manifestazioni: di prodotti culinari, artigianato locale, concerti

• seminari all’aperto: politici e informativi

• microcommercianti sparsi in chioschi in affitto, in modo da dare la possibilità di ideare nuove esperienze in centro (es. presentazione di sfilate virtuali, ecc). La zona pedonale diventa così una estensione dei negozi presenti

• zone per bambini: fontane, mini giostre, giocolieri

• zone relax: panchine nel verde

Ogni evento potrà così essere progettato da una mente diversa, e non solo da architetti o ingegneri:

anche studenti, commercianti, agronomi, casalinghe, pensionati potranno diventare parte integrante dello sviluppo di questi eventi.

Un’ultima considerazione deve essere fatta a proposito del materiale vegetale in quanto Via Sparano, sarà delimitata da una percorso di palme a fusto alto disposte in modo da collegare la zona verde di Piazza Umberto I con la zona verde di Corso Vittorio Emanuele, a ridosso del centro storico. Tutte le altre vie pedonali, saranno alberate in modo irregolare con alberi di varie specie. Gli alberi non saranno piantati secondo filari regolari ma, dovendo dare spazio ad eventi sulle strade, seguiranno le linee architettoniche degli elementi che incontrano lungo i percorsi. In questo modo gli alberi stessi diventano a loro volta un evento da scoprire.

2. STIMA SOMMARIA DEI COSTI DELL’AREA PEDONALE

costisparano

Competenze

Postato il

14 Maggio 2013